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Il 16 gennaio in molte parti dello Stivale è consuetudine accendere grandi falò che illuminano la notte in onore di Sant’Antonio Abate, custode del fuoco e guaritore della “pelle che brucia” (l’Herpes Zoster, malattia nota anche come “fuoco d’ Sant0’Antonio”).
Un falò unico nel suo genere è la Fòcara di Novoli, in provincia di Lecce, ormai celebre ben oltre i confini della Puglia per le dimensioni mastodontiche della pira, “la più grande del Mediterraneo”. E, nondimeno, per gli impressionanti spettacoli pirotecnici e i concerti che si alternano sul palco illuminato dal fuoco, i quali rivisitano le tracce della tradizione con un approccio decisamente contemporaneo.
Ma oltre il grande spettacolo arde il cuore della festa che ha radici molto antiche, nel quale si innestano i riti apotropaici legati al fuoco, la devozione verso il Santo, patrono di Novoli, e la peculiare identità del paese legata alla coltivazione della vite.
Tutto questo ti verrà raccontato nel Museo del Fuoco, fresco di allestimento, che abbiamo visitato in anteprima guidati dal direttore Elvino Politi.
La storia della Fòcara
La storia della Fòcara si perde nel tempo, tuttavia le sue impressionanti dimensioni sono legate alla fortuna nella produzione del vino da taglio che “baciò” il paese dalla fine dell’Ottocento, mentre la Fillossera devastava i vigneti francesi.
La struttura della pira così come la conosciamo poggia infatti su ben 25mila fascine, formate da tralci di vite secchi, legati tra loro attraverso una modalità peculiare.
Tutte le fascine sono rigorosamente donate in onore del Santo: un tempo, quando anche questi “scarti” della lavorazione dell’uva erano vitali per cucinare così come per scaldarsi, partecipare al dono costituiva un autentico sacrificio ed era segno di profonda devozione nei confronti del Santo.
![Fòcara di Novoli, cerimonia della bandiera](https://italeapuglia.com/wp-content/uploads/2025/01/focara1-1-300x225.jpg)
Fòcara di Novoli, cerimonia della bandiera
Anche la costruzione della Fòcara rispetta un rituale precisamente codificato, che prevede il passaggio delle fascine di mano in mano, con i devoti arrampicati su alte cale di legno, tenute insieme le une alle altre da complicati nodi di cui solo i novolesi custodiscono il segreto.
I riti dei novolesi
Ti consigliamo di prendere parte a tutti i riti di questa grande festa che dura tre giorni, anche ai meno spettacolari ma più “intimi” e sentiti dagli abitanti del paese. Tra questi, la cerimonia della “bandiera” che consiste nella bardatura della Fòcara con l’effige del Santo, la quale viene issata in cima da una catena umana di fedeli la mattina del 16 gennaio. O ancora, la benedizione degli animali che si celebra sul sagrato della Chiesa di Sant’Antonio, i cui “protagonisti” erano in origine gli animali da stalla, ma che negli ultimi decenni sono stati sostituiti dagli “animali domestici” oggi più comuni: cani, gatti, criceti e pesci rossi.
D’obbligo perderti, infine, tra le bancarelle colorate al suono della banda.
Qui puoi trovare il nostro racconto della festa, con interviste a Elvino Politi, direttore del nuovo Museo del Fuoco, e ad Alessandro Maria Polito, direttore artistico della Fòcara 2025.
Giorni
16 Gennaio 25
18 Gennaio 25
Orario di inizio
Informazioni/Da sapere
Adatto a Tutti
Non accessibile in sedia a rotelle
Località/Il posto
Indirizzo
Novoli, LE, Italia
Come arrivare