La tavola è il luogo in cui, attraverso il rito immemore del convivio, si celebrano i legami di comunità, il senso di condivisione e le tradizioni che forgiano le culture. Dalla Festa dei Morti all’Immacolata, da Natale al giorno di Sant’Antonio, da Pasqua a San Giuseppe, sulle tavole pugliesi trovano posto i piatti rituali riservati ai giorni di festa.
I loro nomi, i loro ingredienti e ricette recano traccia delle generazioni e delle storie di famiglia, della fede e del senso del sacro, dell’identità di un luogo e del continuo scambio reciproco con l’altro da sé.
“La Santa Tavola” è una mostra-conferenza – realizzata dall’associazione Salento Km0 con il contributo di Puglia Capitale Sociale, progetto Food Stories – dedicata ai cibi rituali pugliesi, frutto dell’incontro tra Francesca Casaluci, antropologa culturale ed esperta in cultura alimentare pugliese, e il maestro ceramista Agostino Branca. Uno strumento coinvolgente e dal forte impatto visivo per approfondire il nostro patrimonio.
Italea Puglia ha scelto di abbracciare questo progetto, e nei prossimi mesi si impegnerà a valorizzarlo in chiave itinerante. La mostra e la conferenza entreranno infatti da protagoniste nel calendario di “Italea Puglia. La Festa delle radici pugliesi”.
Giovedì 23 maggio alle 18 presso il centro culturale To Kalò Fai di Zollino (Lecce) si terrà la presentazione ufficiale della mostra, nell’ambito della manifestazione “Fico! Filiera corta e cibo contadino” di Salento a Km0. Intervengono la curatrice Francesca Casaluci, l’artista Agostino Branca, e Giorgia Salicandro di Italea Puglia.
Piatti tipici e tradizioni: la mostra La Santa Tavola
«La Santa Tavola è un progetto unico nel suo genere – si legge nella presentazione della mostra – che condensa storia dell’alimentazione, religiosità popolare, folclore, in pregevoli riproduzioni ceramiche dei piatti più iconici e identitari della tradizione popolare pugliese.
Se c’è un modo attraverso cui l’uomo ha comunicato con il divino, questo è sicuramente il cibo. Agli dèi i popoli dell’antichità offrivano libagioni, bruciandole affinché il fumo portasse in cielo le loro offerte. Riproduzioni figule di frutti e pani votivi erano diffusissime nel mondo antico anche in Puglia: è possibile ammirare preziosi reperti di questo tipo presso il Museo Castromediano di Lecce o il Marta di Taranto.
Nella religiosità contadina, popolare ed essenziale, le tavole hanno rappresentato soglie tra il “mondo di qua” e il “mondo di là”, in grado di connettere immanente e trascendente, materiale e spirituale, sacro e profano. Le chiavi per aprire queste porte sono state per secoli i cibi rituali:
preparazioni che seguono gesti antichissimi, confezionate dalle donne, officianti privilegiate di una ritualità domestica, famigliare, fedele a ricette che affondano le origini nella notte dei tempi.
La Santa Tavola per la prima volta offre uno sguardo d’insieme sul “cibo sacro” e sulle tradizioni ad esso collegate, diffusissime nella nostra regione: dal “Grano dei morti” foggiano, al “Pane di San Giuseppe” in uso nel rito delle omonime Tavole, passando per le “Pucce dell’Immacolata”, i “Taràdde scatàt” tipici del Natale tarantino, le “Fave di Sant’Antonio” e tanti altri, in una collezione di riproduzioni ceramiche in grandezza naturale».